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lunedì 21 aprile 2014

FERMATE LO STALKER!

UNA BARA bianca, personalizzata con diamanti Swarovski e rose rosse intagliate finemente. Omaggio horror dal tuo aguzzino. Non un macabro «augurio» ma piuttosto un presente. Un presente malato di chi da due anni ti ha rovinato la vita credendo di amarti follemente, spacciandosi come il tuo fidanzato e aprendo addirittura un’agenzia di pompe funebri internazionali che porta il tuo nome e accoglie la tua foto nella carta intestata. E la cosa, da perderci la testa, il sonno e perfino farti smettere di lavorare, è che lui — il fidanzato-aguzzino — tu non l’hai mai neppure visto una volta in faccia. Solo in foto. Tramite internet. Lo vedrai solo al processo. Quando ci sarà.
 
COLPA di una chat e di un momento in cui Beatrice (nome di fantasia, la Procura ha chiesto esplicitamente di rendere irriconoscibili i protagonisti di questa vicenda) si sentiva sola. Siamo alla fine del 2012. Non più giovanissima — con un «fallimento» sentimentale alle spalle — una sera accende internet e inizia a chattare con un tizio lontano del nord Italia. Modi gentili, tanta considerazione. Dalla chat si passa al numero di cellulare. Le chiamate sono quotidiane e sempre più frequenti. Lui è ricco, ha un bel lavoro è di buona famiglia. E’ perfetto. Così prima lo scambio di foto poi la richiesta pressante: «Beatrice — dice lui — incontriamoci!». Ma lei scopre che il suo Fabio ha già avuto un «flirt» sul web e declina l’invito. Quindi, durante le vacanze di Natale, stacca cellulare e computer e non si fa più trovare.Fabio perde la testa. Scende a Lucca e si presenta dai carabinieri: «Beatrice, la mia fidanzata, è sparita da giorni. Aiutatemi! Questo è il suo numero di cellulare».
 
QUEL nome non esiste, il numero però è reale. E grazie all’intestazione della Sim si scopre dove abita. I carabinieri allora bussano alla porta di lei: «Cerchiamo Beatrice», dicono. Nessuno la conosce. E’ un «nickname». Poi, si ricostruisce la storia: lei ha un altro nome ed è partita per le vacanze. Di Fabio non ne vuol più sapere. E invece, e qui sta l’errore e la debolezza, al ritorno dalle vacanze lei ci cade di nuovo. Le dà il nuovo numero di cellulare. Lui inizia a farle regali e addirittura a versare ingenti quantità di contanti sul suo conto corrente. Lei prova a staccarsi di nuovo ma ormai è tardi. Chiamate, mail, messaggi, regali: ogni ora, ogni giorno, ogni settimana. Per mesi. A febbraio Beatrice lo denuncia per stalking: si attiva il codice rosa. E’ la svolta perché — una volta raggiunto dalla querela — Fabio viene a sapere il nome reale della sua «amata». E’ pazzo di lei e non va più neppure a lavoro. Così viene licenziato dalla ricca ditta di famiglia e lui si mette in proprio aprendo un’azienda di pompe funebri che va a gonfie vele. Il nome è «Beatrice». Su ogni bara c’è la foto di lei. Orrore. La lucchese è traumatizzata. Distrutta. Non ha più una vita: vive nel terrore. Non esce di casa. Smette di lavorare.
E ogni secondo il cellulare suona e piovono regali. Il giudice impone il divieto di avvicinamento ma Fabio tenta di violarlo. Chiama in Comune e a nome di lei si fa consegnare lo stato di famiglia con l’indirizzo di casa. Poi, tramite Facebook, contatta la sorella di Beatrice e si fa accompagnare dalla sua amata. Quando la vittima capisce cosa sta accadendo chiama i carabinieri che riescono a bloccare l’uomo prima che arrivi sotto casa. Ma lui non demorde. Qualche tempo dopo Beatrice è colpita da un terribile lutto. Al funerale si presenta anche lui che piange sulla bara del congiunto disperato dicendo di essere il fidanzato di Beatrice. Lei a quel funerale non ci andrà mai.
Lettere ancora lettere e messaggi nuovi messaggi. «Ti amo» e poi una scarica di offese. «Non posso vivere senza te», e ancora ingiurie e minacce. A volte lei, per paura, risponde. Fino all’ultimo — in ordine di tempo — drammatico regalo. Lui le confeziona una bara bianca, impreziosita da Swarovski con una dedica: «ti imbalsamo e ti tengo con me per sempre». E’ troppo. Fabio viene rinviato a giudizio dovrà rispondere di una serie imprecisata di reati. Intanto però le scrive ancora...

(lanazione.it)


domenica 1 settembre 2013

ROSICHINI,VERGOGNA!

Non si può tacere su determinati avvenimenti, specie quando raschiano il fondo dell’indecenza.
Il signor Rosichini ha colpito di nuovo, ma stavolta ha fatto l’en plein: se volete leggere l’intero post, prima che come sempre neghi di averlo scritto, cliccate qui.
Leggete l’accaduto:

...per strada vediamo una macchina ferma vicino ad un campo di cocomeri, col cofano aperto.
"Staranno rubando dei cocomeri" pensiamo. E invece era un uomo animale tizio coso pezzo di merda che picchiava la donna che era in macchina con lui: le aveva praticamente strappato il vestito, lei era con un seno di fuori e cercava di difendersi e ad un certo punto, mentre li sorpassavamo, lui l'ha presa a testate!!!
Chiamiamo i carabinieri e ci rispondono "siamo impegnati con un incidente"....
Ok, l'incidente c'era sul serio...ma cazzo...tutti impegnati con l'incidente? una volante non potete mandarla? Assurdo, cavolo! Assurdo!
Però il tempo per andare al bar, nei pub, a comprare la pizza gratis e a fare i porci con le ragazze alcuni elementi delle forze dell'ordine ce l'hanno....eh, quello a bizzeffe proprio!!!!
Rabbrividisco, giuro...


Cosa si può dire?
Analizziamo i fatti come se fossimo osservatori esterni: per aver visto tutti quei particolari è impossibile che l’auto di Rosichini stesse superando l’auto del fattaccio e basta. La velocità della macchina di Rosichini non poteva essere così alta per permettere all’occhio umano di cogliere così tanti dettagli, perciò lui e i suoi amici devono aver sicuramente rallentato.
Se hanno rallentato potevano fermarsi e mentre uno di loro chiamava le forze dell’ordine e un’ambulanza, gli altri potevano quanto meno tentare di fermare l’autore delle violenze.
Invece no, si limitano a una chiamata dei carabinieri che secondo Rosichini sono tutti impegnati in un incidente (strano, dal momento che le volanti per le emergenze sono sempre disponibili) e se ne vanno deprecando mentalmente il comportamento dell’aggressore e aggiungendo insulti gratuiti contro i membri delle forze dell’ordine.

Rosichini caro, sai come si chiama questo vostro modo di comportarsi?
Si chiama omissione di soccorso e offesa a pubblico ufficiale.
Eh sì, perché assistere ad un’aggressione o una violenza e non intervenire è un reato contro la persone e l’incolumità individuale punibile secondo l’articolo 593 del Codice Penale.
E scrivere o dire frasi come però il tempo per andare al bar, nei pub, a comprare la pizza gratis e a fare i porci con le ragazze alcuni elementi delle forze dell'ordine ce l'hanno....eh, quello a bizzeffe proprio!!!! non solo è sintomo di un’ignoranza generalizzata verso le forze dell’ordine, è anche un insulto verso tante persone che rischiano la vita per meno di mille euro al mese (anche per quelli come te) ed è un reato punibile secondo l’articolo 341 bis del Codice Penale.
Caro Rosichini, ti meriteresti non solo 500 euro di multa e qualche giorno di carcere, ma anche di guardare negli occhi la persona che non hai aiutato e di leggervi tutto il suo disprezzo.
Ma non ti vergogni? Non ti chiedi se sia ancora viva?
Rosichini, dal momento che ami definirti uomo avresti dovuto tirare fuori gli attributi e intervenire, ma a quanto pare là in basso c’è solo aria fritta.



sabato 22 dicembre 2012

IL BALLETTO DI BIBI' E BIBO'


Parliamo di M. e L. due oscuri personaggi del web che ultimamente hanno portato un po’ di scompiglio nella vita di alcuni nostri amici, o per meglio dire parliamo di Bibì e Bibò.
Bibì e Bibò sono usi a un gioco nel web che si chiama “attacco io, poi mi ritiro e ti sputtano in giro” e le fasi ormai sono note a tutti:
-uno dei due attacca in attesa di qualcuno che risponda
-se qualcuno risponde gridano alla lesa maestà
-copiano tutti i commenti e i post di questa povera persona, li condividono su Google plus e li riempiono di insulti forti dell’aiuto dei loro amici (che in genere non commentano mai, ma qui arrivano a frotte)
-aspettano di avere nuovi iscritti e consensi sui loro blog.

Sono paranoie da Jene?
No, tanto è vero che Bibò conserva accuratamente i post in cui insulta i malcapitati sul suo blog, ed eccone qui uno.
Cominciamo dalla risposta della vittima di turno:
...gent.ma sig,ra L., le scrivo qui, visto che su google+ non posso più farlo! Il fatto che lei mi abbia bloccato, escluso dalle sue cerchie, mi ha addolorato molto. Ma ogni uomo è libero di scegliere come meglio agire. Però ritengo sia giusto, che io sappia almeno i giusti motivi. E altrettanto ritengo sia un mio dovere morale, esporle i fatti come si sono realmente svolti: una notte che non ricordo quale, ma lei forse sì, un certo sig. M., ha lasciato un commento poco educato sulla mia persona, e di riflesso sulla sua. Soltanto perché l'avevo apostrofata con un 'carissima'. Commento al quale poi ne sono seguiti altri. Sempre poco educati. Lei purtroppo, non li ha letti, perché il signore in questione, se ne è guardato bene che lei li leggesse, tanto da eliminarli subito. Bene. Dopo avermi attaccato, non soddisfatto ha offeso anche l'amico ****. Tanto che io ho cancellato dalle mie cerchie il signore in questione. Cosa che oggi imparo che anche il signor ****, aveva anch'egli provveduto seguendo la mia condotta. A me dispiace molto non poter più commentare i suoi post, come dispiace al sig ****. Ora che è a conoscenza della verità dei fatti, può agire come meglio ritiene. In ogni caso il sig. S. non entrerà mai nel mio mondo...cordialmente ****...ps. non sarebbe stato un errore, prima di giudicare, interpellare anche il sottoscritto...buona serata signora L...

Ed ecco qui il fine commento di Bibò:
ma guarda te! clicco per caso qua e la e trovo chi mi DIFFAMA! Ma perche' poi non lo fa venendo a dirmelo personalmente a me invece di venire qui da L. che c'entra lei?
ma sei proprio un adolescente celle. PER PRIMA COSA volevo dirti, visto che rimproveri a tutti l'ortografia, che L. essendo donna dovevi scrivere "Ma ogni donna e' libera ......" almeno per educazione ma lasciamo perdere.
VENIAMO AL DUNQUE. SOSTIENI CHE IO HO FATTO COMMENTI POCO EDUCATI A TE E AL TUO COMPARE DI MERENDE VOLA A ME RISULTA CHE TU HAI CANCELLATO I MIEI CHE AVEVO FATTO NEI TUOI POST O NO?
POI SUL TERMINE 'CARISSIMO' LO HANNO LETTO IN TUTTO IL MONDO QUEL COMMENTO QUINDI DICI DEL FALSO CHE IO L'HO CANCELLATO C'E'ANCORA SCRITTO.
IL TUO AMICO VOLA E' UN ADULTO E FORSE VACCINATO SI PUO' DIFENDERE DA SOLO OPPURE HA BISOGNO DEL SEGRETARIO?
TU MI HAI BLOCCATO DOPO DIVERSE RICHIESTE CHE TI HO FATTO IO DI FARLO. TU SOLO IERI SERA MI HAI BLOCCATO NON RACCONTARE FALSITA'.
VUOI CONQUISTARE UNA DONNA NON ESSERE COSI' FALSO E MESCHINO , NON CREDERE CHE PARLANDOMI ALLE SPALLA TU QUI ABBIA FATTO UNA FIGURA PREGEVOLE TUTT'ALTRO HAI DIMOSTRATO LA TUA VERA NATURA SUBDOLA ALTRO CHE POETA SEI UN ADOLESCENTE CHE DEVE CRESCERE CARO AMICO. AFFRONTA CHI HA IDEE DIVERSE DALLE TUE INVECE DI DIFFAMARE, QUI NON SEI IN AZIENDA A FARE L'AMMINISTRATORE (ammesso che sia vero) SEI IN UN SOCIAL E QUINDI OGNUNO ESPRIME EDUCATAMENTE QUELLO CHE VUOLE.
CURIOSA LA TUA CONCLUSIONE INVITI LA SIGNORA L. A CONSULTARTI PRIMA DI GIUDICARE , BELL'ESEMPIO PERCHE' NON MI HAI INTERPELLATO TU PRIMA DI GIUDICARMI? CMQ NON SEI TU CHE NON MI FAI ENTRARE NEL TUO MONDO DI FALSITA' SONO IO CHE NON MI SPORCO CON TE . SONO ALLERGICO ALL'ODORE DELLA MERDA ! E CMQ SEMPRE DISPONIBILE AD UN DIALOGO MATURO E COSTRUTTIVO PER ANALIZZARE COME SONO ANDATI VERAMENTE I FATTI, NON SOPPORTO CALUNNIE TUE E DEL TUO AMICO DI MERENDE.

Forse Bibò non si rende conto che scrivere tutto in maiuscolo non è rispettoso verso la netiquette, né sa che dopo la tragedia del mostro di Firenze non si dice a nessuno “compagno di merende”.
E forse non sa nemmeno cos’è il reato di diffamazione o la grammatica.
Ma se non siete sazi, ecco alcuni contenuti del blog di Bibò, tutti scritti con la collaborazione di Bibì, davvero poco rispettosi verso le donne ma anche verso tutte le persone che sfortunatamente incappano in questo orribile blog:









Cosa possiamo concludere?
Che oltre a essere schifati, inorriditi e perplessi riguardo all’esistenza di questo blog, sicuramente Bibì e Bibò sono legati fra loro.
In che modo? Facile, sono due troll che si divertono a minare la credibilità di altri utenti onesti.
Persone come loro ce ne sono tante perciò ricordatevi che bisogna sempre diffidare del primo blogger che passa e se per caso siete stati abbindolati e poi fregati bloccateli senza indugio!


mercoledì 31 ottobre 2012

PERVERSION SCOUT: SALVIAMO I BAMBINI DAGLI SCOUT


Si chiama 'Perversion file': migliaia di pagine di documenti che parlano di abusi sessuali da parte di esponenti americani dei boy scout. Ora questo file è stato reso pubblico e negli Stati Uniti è scoppiato uno scandalo. Dalle carte risulta che l'organizzazione ha coperto per decenni migliaia di violenze su ragazzini di ogni età compiuti dai capi-scout.

Testimonianze, racconti delle vittime e denunce sono raccolti in queste carte. Le 14.500 pagine di documenti, finora rimasti "confidenziali", svelano presunti abusi sessuali di oltre 1.200 capi scout tra il 1965 e il 1985 e sono state pubblicate su ingiunzione della Corte suprema dell'Oregon e definite dagli avvocati come il dossier della perversione. "Ciò che dimostra questo dossier è la sofferenza di migliaia di scout", ha dichiarato l'avvocato Paul Mones, presentando il carteggio in conferenza stampa. Ognuno degli adulti sotto accusa ha abusato in media da 5 a 35 ragazzini: "Sappiamo che il numero delle vittime raggiunge qualche migliaia e la maggior parte di queste persone non dirà mai nulla", ha aggiunto Mones.

I documenti dimostrano anche "la consapevolezza che aveva l'organizzazione dei Boy Scouts of America sul pericolo costituito dai capi scout e da altri adulti che utilizzavano la loro autorità sui ragazzini", ha affermato Mones. "Gli abusi sessuali sui minori si nutrono del non-detto e del segreto. Questi dossier sono senza dubbio l'esempio più completo che abbiamo di questa realtà nascosta", ha continuato l'avvocato Kerry Clark. "Ci auguriamo che altre organizzazioni per la gioventù prendano lezione da questi dossier e facciano tutto ciò che va fatto per proteggere i bambini".

I legali hanno raccontato una causa del 2010 nella quale si è affrontato il caso di uno stupro di una ragazzina, risalente agli anni '80. L'imputato aveva confessato abusi sessuali su 17 bambini, ma in un secondo momento ha ripreso la sua attività nei Boy Scouts of America. Il direttore di un campo del Michigan Michigan ha rivelato alla polizia di non aver denunciato un caso di violenza sessuale per proteggere la reputazione dell'associazione.

In risposta alla diffusione del documento, il presidente dei Boy Scouts of America, Wayne Perry, ha ripresentato le scuse alle vittime. "Ci sono state delle situazioni in cui alcune persone hanno approfittato della loro posizione per violentare dei bambini e in alcuni casi, la nostra risposta a questi incidenti e i nostri sforzi per proteggere i giovani sono stati chiaramente insufficienti, inadeguati o scorretti". Fondata nel 1910, l'organizzazione conta circa 4 milioni di membri, tra adulti e giovani, e organizza attività all'aperto per ragazzini tra i 7 e i 21 anni.


Un altro scheletro nella cara vecchia America… Non per essere perfidi, ma in Italia fra gli scout e l’Agesci, quanti scheletri si nascondono?



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