lunedì 12 settembre 2011

ESPLOSO FORNO NUCLEARE IN FRANCIA

In Francia si e' verificata l'esplosione di un forno presso il sito nucleare di Marcoule nel sud del paese (a 30 km da Avignone): è quanto riferiscono le autorità francesi. Un morto e quattro feriti: questo il bilancio dell'incidente, secondo quanto riferito dall'ASN, l'autorità francese per la sicurezza nucleare.
Per il momento, "non c'é stata fuga all'esterno" del sito di Marcoule: lo ha detto un portavoce del Commissariato dell'energia atomica (CEA), riferendosi al rischio di fughe radioattive dopo l'incidente alla centrale di Marcoule. I pompieri hanno eretto un perimetro di sicurezza intorno alla centrale, a causa del rischio di fughe.
Il forno esploso sul sito nucleare di Marcoule si trova nel centro per il trattamento delle scorie di una filiale di EDF: è quanto riferiscono i pompieri e la polizia.
La centrale di Marcoule è stata la prima centrale nucleare francese, nella Linguadoca-Rossiglione. La centrale possiede 3 reattori UNGG (una versione francese del Magnox inglese) da 79 MW totali. E' stata la prima centrale nucleare francese, nello stesso sito esiste anche un altro reattore (il N°1) costruito dal 1955 al 1956 da soli 2 MW e non utilizzato per la produzione elettrica. La centrale fa parte del più ampio sito nucleare Marcoule, un'istallazione industriale gestita da AREVA e dal CEA. A Marcoule furono costruiti i reattori nucleari a uso militare per le ricerche destinate alla costruzione della bomba atomica francese.

Marcoule si trova a 242 km in linea d'aria da Ventimiglia, 257 da Torino, 342 da Genova.
L'esplosione non riguarda una centrale nucleare. L'esplosione e' infatti avvenuta in un forno e impianti di questo tipo non si trovano nelle centrali. Possono invece essere utilizzati o negli impianti addetti alla preparazione del combustibile nucleare, oppure in quelli del trattamento del combustibile utilizzato.

Il Dipartimento della Protezione civile è in contatto con l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e con i vigili del fuoco per monitorare e verificare gli eventuali rischi per l'Italia dopo l'esplosione che si è verificata nel centro di trattamento delle scorie nucleari del sito di Marcoule, nel sud della Francia. Per ora, fanno sapere al Dipartimento, le informazioni arrivate dalla Francia non parlano di dispersioni radioattive. I vigili del fuoco hanno una rete di rilevamento della radioattività attiva sul territorio nazionale, pronta a segnalare anomalie.
(dal sito Ansa.it)

C’è da fidarsi delle informazioni per ora pervenute? Noi vogliamo sperare di sì, prima che Francia e Italia si trasformino in una Chernobyl numero due.
Ma una domanda preme su tutte: non si può davvero fare qualcosa per produrre energia in modo intelligente , sotto tutti i punti di vista?


2 commenti:

  1. Il problema di fondo temo che sia non tanto il poter fare energia in maniera intelligente, quanto il volerlo fare.
    Anni fa venne cacciato Rubbia dalla commissione italiana per le energie, gestita da Maroni, perché proponeva un reale nucleare pulito ( ovvero la famosa fusione fredda, che esiste) o in alternativa le energie rinnovabili, a discapito del nucleare attuale e soprattutto del petrolio, insomma ci vogliono mangiare tutte.
    Tanto le rinnovabili quanto il nucleare pulito necessitano di meno personale e quindi costano poco...
    Io, comunque, non mi fido delle notizie che da la stampa

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  2. Concordo con Silvietta : molto probabilmente nessuno è interessato a produrre energia intelligentemente. E personalmente credo che ci sia poco da fidarsi di quello che ci danno da leggere o in televisione ...
    Basta guardare dove abito io, in provicincia di Novara. Qua a San Martino di Trecate c'è di tutto e di più, tra fabbriche della Eni e dell'Agip, petrolio, gas e tante altre "simpatiche" cose ... Quà ci sono stati gia 4 incendi e/o principi di incendi nel 2010, nubi nere nei precedenti anni, e tuttora nessuno fa niente per mettere in sicurezza questo sito ( ditta Sarpom srl. ecc. ), che utilizza impianti nel '64 .. quelli che ne pagano le conseguenze sono ovviamente i cittadini di S. Martino e limitrofi. Puzza orribile di benzene e gas, polverine nere su piante e non solo, inquinamento a go-go sono quello che dobbiamo sopportare. Spesso invece sono proprio i lavoratori che non denunciano nulla per paura di perdere il posto...
    Insomma, nessuno fa niente, nonostante sia pericoloso, e ancora ci dicono che sono state adottate misure di sicurezza . . . . .

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