domenica 11 settembre 2011

11 SETTEMBRE: NEW YORK SIAMO NOI


ROMA - A dieci anni dagli attacchi dell'11 settembre, per il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, un dato è certo: «l'America è più forte e Al Qaeda è sulla via della sconfitta». E quanto sta succedendo in Medio Oriente dimostra che «il futuro appartiene a coloro che vogliono costruire, non distruggere».

In questi termini Obama ricorda oggi il senso dell'11 settembre nel suo consueto discorso del sabato via radio e Youtube, anticipato dalla Casa Bianca. Rivolgendosi direttamente agli americani, Obama mette in evidenza che «grazie agli sforzi costanti» di tutte le forze di sicurezza americane, la capacità operativa di Al Qaida è stata minata in modo irreversibile, e il mondo è cambiato in modo irreversibile.

«Grazie al lavoro senza sosta del nostro personale militare e della nostra intelligence, delle nostra sicurezza, delle nostre forze di polizia - prosegue il presidente americano - non ci sono più dubbi: oggi l'America è più forte, e Al Qaida è sulla via della sconfitta». Secondo Obama, è verosimile ritenere che Al Qaida non cesserà nei suoi tentativi di pianificare attacchi contro gli Stati Uniti, «e non dobbiamo commettere errori: cercheranno di colpirci ancora. Ma, come stiamo ancora una volta facendo vedere in questo fine settimana, noi non abbassiamo la guardia. Stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per proteggere la nostra gente, e qualunque cosa noi troveremo sul nostro cammino, continueremo ad andare avanti».

Obama, che domani sarà alle cerimonie in programma a Ground Zero e al Pentagono, riferendosi sempre agli attacchi dell'11 settembre 2001, aggiunge quindi: «Volevano trascinarci in guerre senza fine, minare la nostra forza e la nostra fiducia come Nazione. Ma noi, pur continuando a dare la caccia in modo implacabile ad Al Qaida, stiamo ponendo fine alla guerra in Iraq e abbiamo cominciato a ritirare le nostre truppe dall'Afghanistan». «Dopo un decennio difficile di guerra - prosegue - è tempo per il Paese di costruire qui a casa».

Obama, che nel suo intervento fa anche un breve accenno alla morte di Osama Bin Laden, riferendosi infine alla "primavera araba" che sta attraversando il Medio Oriente, conclude: «Abbiamo rafforzato nuove alleanze con Paesi del mondo per rispondere a sfide che nessun Paese può vincere da solo. In Medio Oriente e nel Nord Africa una nuova generazione di cittadini sta facendo vedere che il futuro appartiene a coloro che vogliono costruire, non distruggere».

Obama oggi ha poi invitato tutti i suoi consiglieri per la sicurezza a non abbassare la guardia anche nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Lo rende noto la Casa Bianca.«Il presidente - si legge in una nota della Casa Bianca - ha insistito sulla necessità che gli Stati Uniti non devono allentare gli sforzi sul fronte della lotta al terrorismo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La sicurezza dei cittadini deve essere la priorità quotidiana di tutti i dipartimenti e le agenzie federali».

Le cerimonie per il decimo anniversario degli attentati dell'11 settembre si apriranno domenica a Ground zero con un minuto di silenzio alle 8.45 (ora locale), il momento in cui il primo aereo dell'American Airline si schiantò contro una delle due torri del World Trade Center di New York, dove a poche ore dall'inizio delle celebrazioni l'allerta è massima. Diciotto minuti dopo un altro aereo colpiva la seconda torre. Le cerimonie si svolgono per la prima volta dopo la morte di Osama Bin Laden, ucciso il primo maggio con un raid americano in Pakistan, ma rimane l'ombra del terrorismo dopo l'allarme diramato in tutti gli Stati Uniti per il timore di un nuovo attentato in occasione dell'anniversario.

Obama non cambierà comunque il suo programma e prenderà la parola alla cerimonia di Ground zero, dove verranno letti per la prima volta i nomi di tutti i 2.977 morti dell'11 settembre (compresi quelli del Pentagono e dell'aereo che si schiantò in Pennsylvania) e non soltanto quelli del World Trade Center.

«La tragedia di quel giorno è aggravata dalla pretesa dei responsabili di agire in nome di Dio. Ancora una volta, deve essere sottolineato inequivocabilmente che nessuna circostanza può giustificare atti di terrorismo». È quanto sottolinea Benedetto XVI in una lettera inviata a Mons. Timothy Michael Dolan, Arcivescovo di New York e Presidente della Conferenza Episcopale dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d'America, in occasione del decimo anniversario degli attentati dell'11 settembre.

«Ogni vita umana è preziosa agli occhi di Dio e nessuno sforzo deve essere risparmiato nel tentativo di promuovere nel mondo un genuino rispetto per i diritti inalienabili e la dignità di popoli e individui», rileva il Papa. «I miei pensieri vanno ai tetri eventi dell'11 settembre, quando così tante vite innocenti furono sacrificate nel brutale assalto alle torri gemelle del World Trade Center e nei successivi attacchi a Washington e in Pennsylvania. Mi unisco a voi - aggiunge il Pontefice - nel raccomandare le migliaia di vittime all'infinita pietà di Dio Onnipotente e nel chiedere al nostro Padre Celeste di continuare a consolare coloro che piangono la perdita dei loro cari».
(da Il Messaggero)








1 commento:

  1. Come ho scritto sul forum, provo un grande dolore per questa gente.
    Ciò che avvenne fu abominevole perché attaccare i civili inermi è sempre una vigliaccata.
    Ammesso che i terroristi potessero avere le loro ragioni ( e gli Usa, ahimè, non sono stati sempre sinonimo di pacifismo: non tutti erano figli dei fiori, in primis Bush), non vedo cosa c'entrassero quelle persone uccise.
    Sulla vicenda, ammetto, di avere un'opinione assai personale, non voglio scatenare polemiche.

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