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domenica 16 febbraio 2014

DAGLI ATOMI AL CERVELLO

Una nuova generazione di dispositivi elettronici a basso consumo energetico, dagli smartphone ai computer fino ai veicoli spaziali: ecco il frutto inaspettato che potrebbe nascere dalla mappatura del cervello umano a cui stanno lavorando i ricercatori dell’Università di Firenze coordinati da Francesco Pavone, che ha illustrato il progetto al convegno «Dagli atomi al cervello. Le scienze di base per la comprensione delle funzioni del cervello » organizzato dal Politecnico di Milano. 

Il suo gruppo di ricerca, presso il Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare (Lens) di Sesto Fiorentino, collabora allo «Human Brain Project », il progetto di ricerca decennale finanziato con oltre un miliardo di euro dalla Commissione europea per ricreare un super cervello artificiale. 

«Il cervello è sistema molto efficiente dal punto di vista energetico», spiega Pavone. «Basti pensare che per eseguire un ragionamento complesso consuma all’incirca 20-30 watt, quasi un miliardo di volte in meno rispetto ad una macchina». Proprio nella sua architettura potrebbe risiedere la chiave di questo primato.  

«Quando riusciremo ad esplorare l’intricata rete costituita dai neuroni nello stesso modo in cui navighiamo su Internet - aggiunge Pavone - si aprirà una pagina completamente nuova per la scienza, la tecnologia, e per l’intera società». La mappatura del cervello «ci permetterà non soltanto di trovare nuove cure per patologie come l’Alzheimer o l’autismo - conclude - ma anche di rivoluzionare la tecnologia dell’informazione con nuovi computer ispirati al cervello stesso». 

(Ansa)  


giovedì 12 settembre 2013

PRENDIAMO LE IMPRONTE A PINOCCHIO

Impronte digitali che si 'accendono' nel cervello quando si dice una bugia. Ora queste aree possono essere identificate con una tecnica, l'imaging neurale, che fa vedere una specie di 'impronta digitale' della menzogna. E' quanto è stato scoperto da una équipe di studiosi italiani del dipartimento di Psicologia dell'Università di Milano-Bicocca. 
Lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista Plos One ed è firmato da Alice Proverbio, Maria Elide Vanutelli e Roberta Adorni. Le zone del cervello più attive nella costruzione delle bugie, spiegano le ricercatrici, sono la regione frontale e pre-frontale dell'emisfero sinistro e la corteccia cingolata anteriore. "Attraverso l'elettrofisiologia cognitiva - spiega Alice Proverbio, coordinatrice dello studio - siamo in grado di vedere come reagisce il cervello di una persona quando riconosce qualcosa di familiare. Inoltre, è possibile stabilire quando una persona sta mentendo poiché il cervello produce una risposta bioelettrica inconfondibile, chiamata N400, che riflette il tentativo di sopprimere l'informazione riconosciuta come vera". Ed è proprio questa risposta definita 'l'impronta digitale unica della bugia'.

Il test dell'Università di Milano-Bicocca è stato condotto su 25 studenti universitari, tutti volontari. Il campione era composto da 12 maschi e 13 femmine. A ogni partecipante sono state sottoposte 296 domande bilanciate per argomento e tipo di informazione. I quesiti comprendevano anche dati, fatti e comportamenti personali conosciuti da ciascun partecipante. Per ogni risposta è stato chiesto di mentire o dire la verità. Nel test è stato utilizzato un paradigma innovativo, che simula la situazione stressante dell'interrogatorio, con domande anche imbarazzanti o su temi delicati. Per scoprire se mentivano o meno ogni studente indossava cuffie speciali con 128 rivelatori che registravano l'attività elettrica del cervello.

Le verità nascoste. Rispetto alla cosiddetta macchina della verità, "che si basa sulla misurazione di aspetti fisiologici come sudore e battito cardiaco per individuare chi mente - aggiunge Proverbio - il nostro metodo misura anche l'effetto cerebrale delle emozioni provate durante l'interrogatorio. L'attività mentale, misurata attraverso le variazioni elettriche delle risposte cerebrali, è un indicatore molto più affidabile di quella solo periferica". Una tecnica simile, chiamata brain fingerprinting, è stata utilizzata negli Stati Uniti dallo studioso Lawrence Farwell in due processi per omicidio e ha portato a modificare le sentenze, aiutando a individuare il vero colpevole in un primo caso e a scagionare il presunto nel secondo.

'La macchina' che svela i segreti del cervello. C'è da chiedersi se la 'macchina della verità' e che svela i segreti del cervello sia sempre un metodo infallibile per scoprire le segreti.
Lo studio dell'Università Milano-Bicocca fa vedere che a volte la bugia può essere confusa con uno stato emotivo alterato. Quando la persona è ansiosa o sotto stress, l'attività cerebrale 'fotografata' è molto simile a quella di una persona che mente. E poi i test per le scoprire le menzogne possono essere ingannevoli. Secondo un  recente studio internazionale coordinato dall'università del Kent pubblicato dalla rivista Biological Psichiatry, è possibile "battere" uno dei test della macchina della verità più in voga in questo momento sopprimendo i ricordi delle attività criminali commesse. Il test, disponibile commercialmente negli Usa e usato da diverse agenzie di intelligence, si basa sull'assunto che vedendo un dettaglio che riporta al crimine commesso nel cervello di una persona dovrebbe accendersi l'area che ricorda l'evento. I ricercatori hanno spinto a commettere ad alcune persone dei crimini finti, chiedendo loro in seguito di cancellare  la memoria del fatto durante il test. Il risultato è stato che molti sono riusciti ad attenuare il segnale di "accensione" del cervello abbastanza da apparire innocenti. Non tutti ci sono riusciti,  ma lo studio comunque mette in luce il fatto che anche chi appare innocente in questi test potrebbe in realtà non esserlo.
(Repubblica)

Scusate lo scetticismo, ma secondo noi questa ricerca è prettamente inutile: in primo luogo nessuno gira con “l’apparecchio della verità” in tasca e in secondo luogo esistono persone che sono in grado di mentire senza farsi scoprire.
Scusate inoltre il sarcasmo, ma con tutti i problemi che affliggono questo mondo, non era meglio studiare qualcosa di più intelligente?
A un bambino che muore di fame cosa gli faranno, il test per scoprire se mente?

Ma vaff...



domenica 25 novembre 2012

SE NON SA DI COSA PARLARE.... TACE? NO, PARLA DI SESSO!


Siamo alla frutta anche in rete?
Sì, certo che sì!
Le idee muoiono come stelle cadenti nella notte di San Lorenzo (tanto per essere poetici) o come carta igienica usata nel fondo della toilette (tanto per essere realisti).
E cosa fanno i peggiori paladini del web quando ormai le idee sono morte e il cervello è vuoto come una camera d’aria?
Usano la panacea di tutti i neuroni fritti, il sesso!
Così, trash per trash, la nostra ricerca on line ha portato a questi meravigliosi risultati (premettiamo che la ricerca non è stata facile e abbiamo scelto di non pubblicare molti stralci in quanto definirli osceni era un complimento) cui abbiamo aggiunto i nostri consueti commenti: a voi il divertimento!

-il sesso perfetto dura 10 minuti con buona pace di tutti quelli che si vantano per le loro prestazioni da maratoneti del sesso.
A guardare però i video sembrerebbe che questa teoria non abbia proprio una vera validità scientifica...  
Certo che ci sono modi migliori per passare la giornata che non ammazzarsi di seghe davanti a un porno.

-Seconod voi è possibile ke qnd 1 fa sesso orale può rimanere incinta?
sn una ragazza di 15 anni e oggi ho fatto per la prima volta sesso orale... si può rimanere incinta?
Notando la grammatica pessima con cui è scritta questa frase assicuriamo che no, non si resta incinta col sesso orale, ma nel caso di questa ragazza speriamo non resti mai incinta altrimenti saranno guai per tutti.

-Aiuto...tutte le volte che vado da un mio amico a dormire, finisce che gli prendo il pene e lo sego,sono gay?
O sei un futuro carpentiere o giudica un po’ da solo.

-dov'è finita la figura dello stallone nero??
Credo che un po' tutti abbiano avuto fantasie sul fare sesso con un uomo di colore, ben messo e soprattutto ATTIVO...
e invece, tutti i gay di colore che ho incontrato ultimamente sono solo passivi!!!
Credi male, dal momento che le persone serie pensano a ben altre cose durante il giorno, ma se hai proprio voglia di un great bamboo non scriverlo sul blog ma vai in un negozio di sexy toys: rompi meno le palle e fai più bella figura.

-Ma può darsi sia possibile che gli spermatozoi si nutrano del sangue mestruale?
Ma può darsi sia possibile che esistano individui così cretini?!

-Dove fare sesso la prima volta? Ci siamo, sta per arrivare il grande momento. Il tanto atteso momento della prima volta: starete insieme, finalmente abbandonandovi a quegli istinti che magari, per i motivi più disparati, avete represso. Presa la fatidica decisione, resta in ballo la questione più spinosa: dove farlo? 
Fallo e basta, non scriverlo.

-Il mio pene è difettoso? fa dei rumori strani, simili ad un cigolio,,, ma è normale?
No, come il suo proprietario.

-E' possibile fare l'amore quando si è vergini?
Chiedi a Ratzinger, ultimamente la materia è pane per i suoi denti.




domenica 11 novembre 2012

LA MATEMATICA FA PAURA... STAVOLTA DAVVERO!


D’ora in poi se gli studenti di tutto il mondo avranno la tremarella di fronte a un compito di matematica potranno mostrare ai docenti questo articolo lasciandoli con un palmo di naso!

In fondo mancava soltanto la prova scientifica, e gli studiosi dell’università di Chicago ora l’hanno trovata: la paura della matematica non è uno scherzo.
Non è una paturnia qualsiasi, non è una scusa, non è un’esagerazione. È reale, verissima: tanto che provoca la stessa reazione del dolore fisico. Lo dicono le immagini del nostro cervello, registrate con la risonanza magnetica funzionale: la paura di trovarsi davanti un calcolo, problema, una funzione, una equazione, un logaritmo, o chissà che «accende» gli stessi circuiti che, a livello neuronale, si attivano quando si prova del dolore fisico.
Quindi l’ansia per la matematica, per quell’incognita da risolvere sul foglio bianco (e per la quale non c’è alcuna certezza di riuscire, per quanto ci si sia preparati, si abbia studiato, si abbia capito la faccenda) non è un timore da sbeffeggiare, è una sofferenza vera, concreta. 
Lo studio che finalmente, dopo anni di tormenti matematici, rende ragione alle ragioni delle vittime di numeri e teorie è stato pubblicato sulla rivista Plos One e ha preso in esame l’attività cerebrale di quattordici adulti ancora impauriti alla sola parola «matematica». Ebbene, prima di doversi cimentare con qualche equazione o alcuni giochi matematici, nei cervelli degli «ansiosi da matematica» si intensificava l’attività dell’«insula posteriore», un’area collegata alla percezione del dolore fisico e più in generale di tutto ciò che possa minacciare la nostra incolumità fisica.
Gli studiosi hanno voluto precisare che la matematica, in sé è da scagionare: l’area interessata infatti non si accende mentre si svolgono gli esercizi; quindi il problema è proprio l’ansia che li precede, la paura. Che ora si scopre essere tutt’altro che astratta, a dispetto dell’argomento.
(Fonte “Il Giornale”)


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