Morire per un 'selfie'. Una foto da
postare su Facebook è costata la vita ad una donna di 32 anni del Nord
Carolina. La giovane, Courtney Ann Sanford, è deceduta al volante della propria
auto in seguito ad uno schianto frontale con un camion, una manciata di secondi
dopo aver postato un messaggio sul social network.
Secondo quanto dichiarato dalla polizia,
alle 8,33 di giovedì mattina la giovane aveva pubblicato su Facebook una sua
immagine e un post: "La canzone Happy mi rende felice", alludendo
probabilmente al celebre brano di Pharrell Williams. Soltanto un minuto dopo,
alle 8.34, gli agenti hanno ricevuto una telefonata di emergenza che segnalava
"un grave incidente".
L'intervento dei soccorritori è stato
inutile: Courtney è morta sul colpo mentre percorreva l'autostrada Interstate
85. Per le forze dell'ordine la dinamica dello scontro non lascia adito
a dubbi: è stata fatale la distrazione della ragazza, che ha perso di vista la
strada e invaso la carreggiata opposta urtando un mezzo pesante. Courtney ha
terminato la sua corsa in un fosso, dove l'auto ha preso fuoco, mentre il
conducente del camion, di 73 anni, è rimasto illeso.
Dalle indagini è emerso che la
trentaduenne aveva appena pubblicato diversi 'selfie' mentre era alla guida.
Le autorità escludono invece che abbia
assunto alcol o droghe. Nemmeno la velocità avrebbe contribuito all'impatto,
poiché la donna viaggiava rispettando i limiti.
La polizia ha quindi dichiarato ai media
statunitensi che questo tragico incidente deve ricordare a tutti cosa può
succedere se si inviano messaggi con il telefonino mentre si è alla guida:
"In pochi secondi una vita è stata spezzata per comunicare agli amici la
propria felicità - ha affermato - è un triste promemoria per tutti i guidatori,
bisogna stare molto attenti quando si è al volante".
La distrazione alla guida ha spesso
conseguenze molto gravi: secondo il Dipartimento dei trasporti americano solo
nel 2012 è stata la causa del decesso di 3.328 persone.
E diverse ricerche rivelano che gli Sms
alla guida sono ormai una delle cause più ricorrenti di morte sulla strada.
(rainews.it)
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