Dopo
giorni di silenzio il cardinale Tarcisio Bertone prende carta e penna e scrive
di suo pugno una lettera indirizzata ai settimanali diocesani di Vercelli e
Genova, sue ex diocesi, e si difende dalle accuse di trasferirsi in un
mega-attico di 700 metri quadrati in Vaticano, a dispetto dello stile sobrio di
Papa Francesco che vive in un appartamento modesto di appena 70 metri quadrati
nella Casa Santa Marta.
Nella
lettera Bertone si difende e smentisce, parlando di gogna mediatica. «Alcuni
media hanno parlato in maniera malevola a proposito dell'appartamento che
abiterò in Vaticano e, per rincarare la gogna mediatica, l'informatore ne ha
raddoppiato la metratura», scrive il porporato. «È stato detto, fra l'altro,
che il Papa si sarebbe infuriato con me per tanta opulenza. Addirittura è stato messo
a confronto lo spazio del mio appartamento con la presunta
ristrettezza della residenza del Papa». Da notare le virgolette nel «mio».
Nella lettera Bertone spiega che l'appartamento «è concesso in uso e dopo di
me ne usufruirà qualcun altro». Rimanda al mittente anche le illazioni su
una presunta reazione di ira del Papa argentino. «Sono grato e commosso per la
telefonata affettuosa che ho ricevuto da Papa Francesco il 23 aprile scorso -
riferisce Bertone - per dirmi la sua solidarietà e il suo disappunto per gli
attacchi rivoltimi a proposito dell'appartamento, del quale era informato fin
dal giorno in cui mi è stato attribuito». Una missiva precisa e puntuale che
chiarisce nei dettagli quanto avvenuto sulla sua futura abitazione. Si tratta
di un «appartamento spazioso, come è normalmente delle residenze negli antichi
palazzi del Vaticano» ma la ristrutturazione avviene «a mie spese». Poi l'ex
segretario di Stato vaticano parla di attacchi mediatici e cita il neo-santo
Papa Giovanni XXIII: «Non mi fermo a raccogliere le pietre che sono scagliate
contro di me».
Bertone
parla anche di espressioni di solidarietà da parte di «tante persone,
conosciute durante gli anni del mio ministero a Vercelli e a Genova, o
compaesani della mia diocesi di origine Ivrea, che mi hanno scritto e
telefonato per condividere il dispiacere». «Esprimiamo la nostra amicizia e il
nostro affetto al cardinale -dice al Giornale don Silvio Grilli, direttore del
Cittadino, settimanale diocesano di Genova- spesso vittima di attacchi
strumentali. Lo conosciamo bene, è sempre stata una persona ben lontana da ogni
umana avidità». Basterà a rintuzzare le critiche? Pesa il fatto che i 350
metri quadrati dell'appartamento dove andrà a vivere il cardinale Bertone siano
di gran lunga di più dei 70 metri quadrati di Papa Francesco, e siano diversi
anche dallo lo stile del nuovo segretario di Stato, il cardinale Pietro
Parolin, anche lui coinquilino della Casa Santa Marta.
(il
giornale)
Meno male, meno male e ancora meno male
che la Chiesa dovrebbe essere povera, pensare a chi soffre, ai deboli, ai
bambini senza famiglia, casa, cibo, vessati dalla guerra e dalla fame, ai
senzatetto, alle donne sole e maltrattate, ai disabili, agli anziani che non
hanno più nessuno.
Meno male sul serio: forse in quei 700
mq di attico che ora sono solo 350, Bertone ci mette dentro tutte le persone
che la Chiesa deve aiutare.
O forse ci fa i festini stile il Silvio che è un po’ più realistico.
Chissà se gli indignati della fellatio mazzucchiana avranno qualcosa da dire o saranno impegnati ad andare a messa come sempre e a fare fellatio pensando a Dio, perchè se pensi a dio si può...
Gogna mediatica?
RispondiEliminaMa quale gogna, la chiesa è ricca tanto quanto la classe politica se non di più e la vergogna non sa cosa sia, siamo in una situazione da rivoluzione francese!
Un abbraccio
Condividiamo in toto.
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