I VIRUS che infettano i
personal computer sono storia passata. I nuovi bersagli del crimine informatico
sono altri: televisori, automobili, decoder satellitari e in futuro, chissà,
anche frigoriferi, impianti di riscaldamento e illuminazione. Gli oggetti di
uso comune infatti si stanno trasformando, diventando sempre più
"intelligenti" e perennemente connessi a Internet. Un'occasione
troppo ghiotta per non essere sfruttata da malintenzionati e cyber criminali.
Televisori. Pensate che
cosa accadrebbe se il televisore di casa venisse attaccato da un hacker e
infettato da un virus in grado di consentirne il controllo completo da remoto.
Uno scenario fantascientifico? Non proprio, dato che è già accaduto. Il
ricercatore di sicurezza italiano Luigi Auriemma è riuscito lo scorso dicembre
a portare a termine un attacco contro le Smart TV di Samsung. I televisori di
ultima generazione del colosso coreano dispongono infatti di un sistema
operativo basato su Linux, e possono connettersi a Internet per navigare, scaricare
film e applicazioni. La vulnerabilità individuata dal ricercatore italiano
consentiva di controllare completamente il televisore vittima. Un
malintenzionato avrebbe potuto: recuperare informazioni sensibili, rubare
facilmente numeri e pin delle carte di credito usate per acquistare film e
applicazioni, attivare la webcam del televisore per osservare i movimenti
degli “spettatori”. Intervistato sulla vulnerabilità dal magazine inglese The
Register, Auriemma ha dichiarato che l'attacco ai televisori è solo l'inizio,
tutti i dispositivi casalinghi connessi a Internet diventeranno dei bersagli.
Automobili. Sistemi di bordo sempre più sofisticati equipaggiano le macchine attuali. Consentono di controllare ogni minimo dettaglio di una vettura e diagnosticarne eventuali malfunzionamenti. Ma possono essere usati anche per altri fini. Per esempio rubare una macchina. I sistemi di diagnostica on-board delle auto moderne possono essere facilmente “hackerati” con kit acquistabili via Internet a prezzi irrisori, con 30 dollari si ottiene un passepartout per i sistemi di auto delle marche più disparate: BMW, Opel, Renault, Mercedes, Volkswagen, Toyota e Porsche.
Ma non è tutto. L'evoluzione porta anche le auto ad essere sempre connesse alla Rete e dunque attaccabili da remoto. C'è chi come il Center for Automotive Embedded Systems Security già un anno fa riteneva assolutamente plausibili scenari apocalittici di auto messe fuori uso per colpa di attacchi da parte di virus informatici. Il problema non è da sottovolature se un gigante come Intel, attraverso la società di sicurezza McAfee (di recente acquisita dal colosso dei processori) ha messo all'opera un gruppo di ricercatori di sicurezza per individuare possibili bug critici nei sistemi delle automobili più comuni e mettere in guardia i costruttori. Tra gli hacker impegnati da McAfee nella scoperta di vulnerabilità nei sistemi che equipaggiano le auto c'è anche Barnaby Jack, un nome noto nella sicurezza informatica per aver individuato falle nei bancomat e persino in apparecchi medici, altra nuova frontiera dell'hacking dalle conseguenze decisamente pericolose. E i pericoli informatici per l'industria dell'auto potrebbero aumentare con l'arrivo sul mercato, da qui a pochi anni, delle macchine che si guidano da sole già in sperimentazione da GM, Audi, BMW e Google.
Decoder e set-top-box. Pensate se il decoder che usate tutte le domeniche per vedere le partite della vostra squadra del cuore o per acquistare film in pay-per-view fosse infetto da un virus informatico in grado di prenderne il controllo, accedendo indisturbato a tutte le vostre informazioni. Anche in questo caso la realtà supera la fantasia. Un ricercatore di sicurezza, Adam Gowdiak, ha dimostrato nel gennaio del 2012 come un discreto numero di decoder, utilizzati dall'emittente polacca “N”, possa essere infettato da un malware capace di assumere il completo controllo degli apparecchi da remoto. La vulnerabilità è la più seria delle 24 individuate da Gowdiak, le cui ricerche hanno costituito finora un unicum nel panorama della TV satellitare, ma che tuttavia fanno intravedere nuove e insidiose minacce per la tranquillità del salotto di casa.
Case intelligenti. Poche persone in tutto il mondo possono vantare una casa come quella di Bill Gates, dove tutti gli elettrodomestici dialogano uno con l'altro. L'home automation è un privilegio di pochi eletti insomma, ma le cose potrebbero cambiare molto presto. Le ultime fiere di elettronica di consumo però parlano chiaro: il trend va verso apparecchi sempre più intelligenti, collegati tra loro e dotati di sistemi operativi e Internet. Frigoriferi, impianti di climatizzazione e riscaldamento, lampadine a LED e termostati sono solo alcuni degli esempi di questa nuova tendenza.
Un caso di hacking andato a buon fine contro un sistema di home automation si è registrato già nel 2011. In occasione del DefCon di Las Vegas, una tra le fiere più note nel campo della sicurezza informatica, due hacker hanno dimostrato come fosse possibile manipolare luci, termostati e videocamere di sicurezza e impianti di allarme. La scarsa diffusione di sistemi di automazione domestica rende per ora questo tipo di “infiltrazioni” nel salotto di casa un pericolo trascurabile. Il momento di installare un antivirus e un firewall sul frigorifero di casa non è ancora arrivato, almeno per ora.
Automobili. Sistemi di bordo sempre più sofisticati equipaggiano le macchine attuali. Consentono di controllare ogni minimo dettaglio di una vettura e diagnosticarne eventuali malfunzionamenti. Ma possono essere usati anche per altri fini. Per esempio rubare una macchina. I sistemi di diagnostica on-board delle auto moderne possono essere facilmente “hackerati” con kit acquistabili via Internet a prezzi irrisori, con 30 dollari si ottiene un passepartout per i sistemi di auto delle marche più disparate: BMW, Opel, Renault, Mercedes, Volkswagen, Toyota e Porsche.
Ma non è tutto. L'evoluzione porta anche le auto ad essere sempre connesse alla Rete e dunque attaccabili da remoto. C'è chi come il Center for Automotive Embedded Systems Security già un anno fa riteneva assolutamente plausibili scenari apocalittici di auto messe fuori uso per colpa di attacchi da parte di virus informatici. Il problema non è da sottovolature se un gigante come Intel, attraverso la società di sicurezza McAfee (di recente acquisita dal colosso dei processori) ha messo all'opera un gruppo di ricercatori di sicurezza per individuare possibili bug critici nei sistemi delle automobili più comuni e mettere in guardia i costruttori. Tra gli hacker impegnati da McAfee nella scoperta di vulnerabilità nei sistemi che equipaggiano le auto c'è anche Barnaby Jack, un nome noto nella sicurezza informatica per aver individuato falle nei bancomat e persino in apparecchi medici, altra nuova frontiera dell'hacking dalle conseguenze decisamente pericolose. E i pericoli informatici per l'industria dell'auto potrebbero aumentare con l'arrivo sul mercato, da qui a pochi anni, delle macchine che si guidano da sole già in sperimentazione da GM, Audi, BMW e Google.
Decoder e set-top-box. Pensate se il decoder che usate tutte le domeniche per vedere le partite della vostra squadra del cuore o per acquistare film in pay-per-view fosse infetto da un virus informatico in grado di prenderne il controllo, accedendo indisturbato a tutte le vostre informazioni. Anche in questo caso la realtà supera la fantasia. Un ricercatore di sicurezza, Adam Gowdiak, ha dimostrato nel gennaio del 2012 come un discreto numero di decoder, utilizzati dall'emittente polacca “N”, possa essere infettato da un malware capace di assumere il completo controllo degli apparecchi da remoto. La vulnerabilità è la più seria delle 24 individuate da Gowdiak, le cui ricerche hanno costituito finora un unicum nel panorama della TV satellitare, ma che tuttavia fanno intravedere nuove e insidiose minacce per la tranquillità del salotto di casa.
Case intelligenti. Poche persone in tutto il mondo possono vantare una casa come quella di Bill Gates, dove tutti gli elettrodomestici dialogano uno con l'altro. L'home automation è un privilegio di pochi eletti insomma, ma le cose potrebbero cambiare molto presto. Le ultime fiere di elettronica di consumo però parlano chiaro: il trend va verso apparecchi sempre più intelligenti, collegati tra loro e dotati di sistemi operativi e Internet. Frigoriferi, impianti di climatizzazione e riscaldamento, lampadine a LED e termostati sono solo alcuni degli esempi di questa nuova tendenza.
Un caso di hacking andato a buon fine contro un sistema di home automation si è registrato già nel 2011. In occasione del DefCon di Las Vegas, una tra le fiere più note nel campo della sicurezza informatica, due hacker hanno dimostrato come fosse possibile manipolare luci, termostati e videocamere di sicurezza e impianti di allarme. La scarsa diffusione di sistemi di automazione domestica rende per ora questo tipo di “infiltrazioni” nel salotto di casa un pericolo trascurabile. Il momento di installare un antivirus e un firewall sul frigorifero di casa non è ancora arrivato, almeno per ora.
(Repubblica)
Adesso non vogliamo dipingere scenari
atroci in stile Terminator o Matrix, ma dire che forse si è troppo esagerato
nell’informatizzare tutto non è proprio sbagliato.
Se andiamo avanti così, tra poco dovremo
installare un antivirus anche nelle nostre teste…
Oh, sia mai che qualcuno (vedi i nostri
politici) magari guarisca dai propri Trojan e cominci a comportarsi in modo
intelligente!
Siamo alla frutta...dobbiamo passare la vita a controllare ogni cosa per paura di essere attaccati, derubati e controllati...
RispondiEliminaIo per esempio non ho la postpay, ma ogni due per tre mi arrivano mail assurde ove mi dicono che ho subito un attacco e di dare il codice...assurdo!!!
abbraccione zamposo e buona giornata
Tu non rispondere alle mail e stai tranquilla,meno usi la tecnologia meno problemi hai.
EliminaUn abbraccio zamposo
oioioi non si può proprio più star tranquilli!! certo ci sono cose che si potrebbe anche fare a meno di informatizzare, si fanno e soprattutto si comprano perchè fa figo... io starei più attenta alla sicurezza che alla moda o alla estrema "comodità".
RispondiEliminaun abbraccio
Anche noi la pensiamo così, ma milioni di scemi che si sentono fighi (tipo quelli che possiedono uno smartphone e si lamentano perchè non hanno l'Iphone) non sono del nostro pensiero.
EliminaUn abbraccio zamposo
Troppa informatizzazione significa anche tanti nuovi guai, ma speriamo che si trovi presto una soluzione.
RispondiEliminaIntanto per i politici di tutto il mondo non vedo cura, non guariranno mai dai loro trojan.
Un abbraccio a tutti!
A presto ragazze!
EliminaCi vorrebbe un virus anche per cancellare le menti bacate di certe persone, altrochè.
RispondiEliminaUn abbraccio anche da parte di Jena Junior
Sì, ma dev'essere molto potente altrimenti non funziona.
EliminaDai un abbraccio zamposo a Xavier.
Dai, vediamo il prossimo virus cosa andrà a colpire: magari le banche che preservano gli stipendi dei politici!
RispondiEliminaUn abbraccio
No, tanto culo non ce l'abbiamo!
EliminaUn abbraccio zamposo
Beh, un po' di fifa mi è venuta, la catastrofe informatica ci lascerebbe tutti quanti in braghe di tela...
RispondiEliminaE non è uno spettacolo bello!