Si delinea sempre più il disegno di riforma del mercato del lavoro su cui è
ancora aperto il tavolo di trattativa con le parti sociali. Il nervo scoperto è
sempre l'articolo 18 e ieri è stato il turno del ministro Elsa Fornero spiegare
qual è l'impostazione del Governo. O meglio, quale resta. Perché il ministro
non ha smentito l'intenzione di voler andare avanti nella modifica delle norme
sul licenziamento. «Quello che può toccare l'art.18 è il tema della
flessibilità in uscita. Non è probabilmente giusto legare un lavoratore
all'impresa in tutte le circostanze». Dopo qualche ora gli arriva una domanda
secca da Susanna Camusso: «Cioè vuole facilitare i licenziamenti? L'art. 18 non
è tema di trattativa». Insomma, un dialogo che sembra non decollare anche se
ieri Fornero ha distinto tra flessibilità buona e cattiva. Cosa vuol dire? «Che
chi perde un posto di lavoro sia aiutato anche dalla stessa impresa che magari
l'ha licenziato a trovare subito un altro posto e questa è la flessibilità
buona». Dunque, mettere in moto un meccanismo di mobilità e soprattutto
arginare la flessibilità «cattiva» quella degli abusi e della precarietà
impedendo che costi meno: «La flessibilità deve valere ma la devi pagare di
più».
Il ministro parla dopo la bufera per le parole di Mario Monti sul posto fisso «monotono», un'espressione che lei non condivide e soprattutto chiarisce che nel Governo non c'è alcuna «demonizzazione del posto fisso» che rimane «un'importante aspirazione per tutti» ma che chi sperimenta la flessibilità «non deve pagarne tutti i costi come accade oggi». Quello che vale oggi e invece resterà è il divieto di licenziamento per motivi discriminatori «nessuno mai potrà farlo» chiarendo che sul tavolo c'è la possibilità di licenziare solo per motivi economici.
Il ministro parla dopo la bufera per le parole di Mario Monti sul posto fisso «monotono», un'espressione che lei non condivide e soprattutto chiarisce che nel Governo non c'è alcuna «demonizzazione del posto fisso» che rimane «un'importante aspirazione per tutti» ma che chi sperimenta la flessibilità «non deve pagarne tutti i costi come accade oggi». Quello che vale oggi e invece resterà è il divieto di licenziamento per motivi discriminatori «nessuno mai potrà farlo» chiarendo che sul tavolo c'è la possibilità di licenziare solo per motivi economici.
(dal web)
"Extraterrestre portami via, voglio una stella che sia tutta mia...
Extraterrestre vienimi a cercare, voglio un pianeta su cui ricominciare"
Fornero, ma che cazzo stai a dì?
Flessibilità buona, flessibilità cattiva, frasi incomprensibili. L'altro
coglione che dice che il posto fisso è monotono, tu che spari cazzate sul fatto
che non si licenzia per discriminazione (vallo a dire agli invalidi, agli
extracomunitari e alle donne costrette a scegliere tra lavoro e figli).
Certo che è facile parlare finchè avete il culo al caldo: perché non
mollate il vostro lavoro e imparate a vivere come noi, con meno di 600 euro al
mese e un orizzonte molto flessibile?
Siamo sicuri che a quel punto preferireste la monotonia del posto fisso
all’allegria della flessibilità.
Per dirvela come Alberto Sordi:
te c'hanno mai mannato
a quel paese
sapessi quanta gente che ce sta
er primo cittadino e' amico mio
tu dije che te c'ho mannato io…
a quel paese
sapessi quanta gente che ce sta
er primo cittadino e' amico mio
tu dije che te c'ho mannato io…
Nessun commento:
Posta un commento