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domenica 4 maggio 2014

IL BACIO DELLO SCANDALO

Si sono appartate in una spiaggia del villaggio dei pescatori, a Fregene, per un momento di intimità.
Ma quei baci, secondo alcuni un po' troppo spinti, gli sono costati una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.
Protagoniste due ragazze romane di 29 e 34 anni.
Ora la procura di Roma ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che di norma prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti delle due ragazze. L'accusa è di atti osceni per «aver posto in essere atti esplicitamente sessuali mediante baci e palpeggiamenti in un luogo pubblico».

Era una domenica di metà maggio dello scorso anno, le due ragazze erano in spiaggia insieme a molte altre persone che approfittavano delle prime belle giornate per recarsi al mare.
Le due giovani hanno deciso a un certo punto di spostarsi, andandosi a sedere in una zona riparata dal vento e lontano da sguardi indiscreti. Alcuni hanno notato la cosa e, probabilmente anche per i tanti bambini che giocavano sulla spiaggia, hanno deciso di chiamare le forze dell'ordine.

L'avvocato Gianluca Arrighi, che assiste le due ragazze, ha dichiarato: «Innanzi tutto la procura di Roma è territorialmente incompetente e il procedimento avrebbe dovuto essere incardinato presso la procura di Civitavecchia.
Per quanto riguarda il merito dei fatti le due ragazze hanno già fornito agli inquirenti la loro versione dell'accaduto. Si erano spostate per ripararsi dal vento e non certo per consumare atti sessuali, a meno che non si vogliano considerare tali, ancora oggi, un bacio e una effusione tra due donne.
Adesso attendiamo le ulteriori determinazioni della procura e, se ci sarà un processo, lo affronteremo serenamente e a testa alta».
(il Messaggero)



Visto che tanti bigottoni cretinoidi si sono scandalizzati per il bellissimo e valido progetto della scuola Giulio Cesare di Roma (se volete saperne di più leggete questo post di Melinda, questo e questo post di Xavier), ecco qui un altro passo nell’evoluzione della deficienza.
Due ragazze si sono spostate per il troppo vento e si sono date un bacio, è normale perché si amano…
Cazzo c’è bisogno di chiamare le forze dell’ordine e gridare allo scandalo?
Perché questi bigottoni non lo fanno quando ci sono coppie etero che scopano in mare o sulla spiaggia? Allora lì i loro bambini non vengono turbati, si turbano solo se due ragazze o due ragazzi si danno un bacio?

Come sempre, Totò ha la risposta giusta.


giovedì 4 aprile 2013

PERCHE' NO?


 La decisione arriverà soltanto a fine giugno, ma tutto sembra indicare che la Corte Suprema degli Stati Uniti abrogherà la legge che riconosce solo i matrimoni tra uomo e donna e che quindi esclude dai benefici riconosciuti a livello federale le coppie omosessuali, quelle sposate in uno dei nove Stati Usa in cui le nozze gay sono legali. La svolta è emersa come molto probabile nei due giorni dell'attesissima udienza sul tema. A Washington migliaia di persone dei due schieramenti si sono radunate davanti alla  sede del massimo organo giudiziario Usa, mentre all'interno si sono confrontati gli agguerriti sostenitori del matrimonio tradizionale e quelli che sperano si affermi, una volta per tutte, il principio di uguaglianza tra nozze eterosessuali e nozze gay.

Sulla questione è intervenuto di nuovo anche il presidente Barack Obama, che ha riaffermato la sua posizione: "Tutti devono rispettare le opinioni degli altri. Ma quando si parla di legge, tutti dovrebbero essere uguali davanti alla legge", ha detto in un'intervista a Univision, rifiutando di prevedere come si pronuncerà la Corte Suprema in merito.
Nell'aula della Corte suprema i nove "saggi" hanno ascoltato le argomentazioni dei favorevoli e dei contrari al Defence of Marriage Act (Doma), firmato nel 1996 da quel Bill Clinton che oggi si schiera contro la legge che riconosce soltanto le nozze eterosessuali. Hanno ascoltato anche l'avvocato dello
Stato che ha ribadito la linea dell’amministrazione secondo cui si tratta di una riforma incostituzionale. E la maggioranza dei giudici - per l'esattezza cinque - ha espresso forti dubbi proprio sulla costituzionalità del provvedimento, sollevando perplessità sul fatto che sia la legge federale a dover dare una definizione di matrimonio. Definizione che invece dovrebbe spettare ai singoli Stati.

"Il Doma, nel definire matrimonio quello tra uomo e donna, rischia di essere in contrasto con le leggi statali", con le leggi di quegli Stati che riconoscono alle persone dello stesso sesso il diritto di contrarre matrimonio, ha sottolineato il giudice di nomina repubblicana Anthony Kennedy. Schierandosi così con i quattro colleghi liberal e facendo pendere l'ago della bilancia dalla parte di chi vuole abrogare o riscrivere la norma federale.

Dunque, se la Corte dovesse decidere sulla base delle indicazioni emerse dall'udienza, non si tratterebbe di legalizzare le nozze gay in America, ma di aprire la strada comunque auspicata da migliaia di coppie omosessuali sposate: il riconoscimento che anche un partner omosessuale può godere di diritti normalmente riconosciuti all'interno del matrimonio tradizionale. Come l'assicurazione sanitaria, le esenzioni fiscali del caso - anche quelle legate ai figli - o i diritti legati alla legge di successione.

"E' andata benissimo. Non ho percepito alcuna ostilità da parte dei giudici", ha esultato uscendo dalla Corte l'ottantatreenne paladina dei diritti dei gay, Edith Windsor, che ha fatto causa per contestare una fattura federale di 363mila dollari di tassa di successione arrivatale dopo la morte della sua compagna.

Tutti i principali media americani si dicono convinti che stia per realizzarsi la svolta impensabile soltanto  pochi anni fa. Tra tutti il sito Politico che afferma: "Il Doma è sul letto di morte". Tutto dipenderà non solo dal giudice Kennedy, ma anche dal presidente della Corte, John Roberts - anch'egli di nomina conservatrice - che spesso sui casi più controversi ha finito per votare con i colleghi liberal. Come è successo col sì alla riforma sanitaria del presidente Obama.
(Repubblica)

Certo, è ancora prestissimo per pronunciarsi ma noi Jene vogliamo lo stesso metterci la zampa: che problema c’è se finalmente venisse riconosciuto anche alle coppie omosessuali il sacrosanto diritto di sposarsi?
Che fastidio darebbe?
Dobbiamo svecchiarci, liberarci dall’idea religiosa che il matrimonio sia un’istituzione fra uomo e donna destinata alla procreazione, perché allora bisognerebbe togliere il diritto di matrimonio a tutte quelle persone etero che non hanno o non vogliono avere figli.
Aspettando Giugno, teniamo le zampe incrociate e speriamo vada tutto per il meglio: d’altra parte non c’è una Dichiarazione che dice che tutti gli uomini sono uguali con gli stessi diritti e doveri?
Ecco, cominciamo a riconoscere anche i diritti e non solo i doveri!




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