Un milione e 690 mila individui sparsi
su tutto il territorio. Il 4,4% della popolazione compresa tra i 18 e i 65
anni. E’ questa la fotografia dei donatori di sangue in Italia, un esercito
capace di soddisfare ogni anno la crescente richiesta da parte del nostro
sistema sanitario. Attenzione però a non sedersi sugli allori: giornate come
quella di oggi servono per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza
di donare sangue, un bene prezioso che, complice l’aumento dell’aspettativa di
vita media e la difficoltà nel riprodurlo artificialmente, potrebbe cominciare
a scarseggiare.
Come dichiara il dottor Silvano Rossini
-Direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale
dell’Ospedale Niguarda di Milano-, «ad oggi nel nostro paese, seppur con alcune
differenze a livello regionale, siamo in grado di garantire il numero di sacche
di sangue necessarie al fabbisogno. Un buon risultato frutto di un programma di
autosufficienza regionale che prevede la cessione da parte dei centri che hanno
eccedenza di sangue a quelli che sono carenti». La situazione infatti è a
macchia di leopardo. Se in regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto,
Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Basilicata le donazioni coprono
ampiamente il fabbisogno, permangono alcune situazioni di criticità come nelle
isole e nel Lazio.
Un bene prezioso che, a differenza di
quanto si possa pensare, viene utilizzato principalmente nei pazienti colpiti
da tumore. «La grossa fetta del fabbisogno annuale di sangue –spiega
Rossini-riguarda quei malati che, a casa delle chemioterapia, presentano un
midollo osseo incapace momentaneamente di produrre globuli rossi e piastrine.
Ovviamente le trasfusioni riguardano anche quelle situazioni di emergenza come
incidenti stradali ed emorragie intraoperatorie».
Un sangue sempre più controllato e
sicuro frutto dell’evoluzione delle tecniche diagnostiche. A differenza del
passato, dove la ricerca degli anticorpi era la via maestra per stabilire la
presenza di infezioni virali nel materiale biologico, oggi è possibile rilevare
con tecniche di biologia molecolare la presenza del virus. «Un cambio di
strategia fondamentale che –continua Rossini- permette di sapere se il sangue è
infetto ancor prima che il donatore presenti dei sintomi. Ciò riduce davvero al
minimo i rischi poiché ogni donazione viene meticolosamente controllata».
Ma se la ricerca ha fatto passi da
gigante nel garantire materiale biologico sempre più sicuro, lo stesso non si
può dire per quanto riguarda la possibilità di produrre sangue in maniera
artificiale. Nell’attesa di raggiungere questo ambizioso obiettivo -che
risolverebbe gran parte dei problemi di approvvigionamento- è vietato abbassare
la guardia. «In Italia la media delle donazioni annue è di circa 1.6 a
donatore. Un dato leggermente inferiore a quello europeo. Il prossimo passo
sarà quello di aumentare la media a parità di donatori. Ma la vera sfida per il
futuro è sensibilizzare le nuove generazioni. La popolazione invecchia e la
richiesta di sangue è in aumento. Ecco perché non possiamo permetterci di stare
tranquilli» conclude Rossini.
(La Stampa)
A me dispiace molto non poter donare il sangue, però trovo che sia un gesto bellissimo e molto importante.
RispondiEliminaUn abbraccio
Ruth
Anche Jena Anziana non può donare il sangue, ma in ogni caso sponsorizza questa azione che è davvero importante.
EliminaUn abbraccio zamposo
Ciao Jene,
RispondiEliminaio ho sempre desiderato donare il sangue purtroppo i dottori non vogliono, ufffiiii.
Un abbraccio
Però puoi parlarne con amici e aprenti, è un passo avanti lo stesso!
EliminaUn abbraccio zamposo
Io educherei ogni bambino a donare il sangue e renderei obbligatoria la donazione degli organi: la vita degli altri è importante tanto quanto la nostra.
RispondiEliminaUn abbraccio a voi tutti
Una proposta bellissima!
EliminaUn abbraccio zamposo
Sapete perchè abbiamo donazioni così basse?
RispondiEliminaPerchè le persone troppo spesso pensano che le tragedie capitano solo agli altri, dimenticando che gli altri siamo noi.
Un abbraccio
Purtroppo è vero!
EliminaUn abbraccio zamposo
Purtroppo per ragioni di salute , non ho mai potuto donare il sangue e pensare che mio padre era presidente dei donatori in Genova...
RispondiEliminaChe figlia infame.....!
Ciao amorevoli!
Io sono donatrice di organi...e ho beneficiato del sangue di tante persone, allora, decine di anni fa, il sangue te lo donavano i vicini di casa, i paesani, i parenti.
RispondiEliminaAnch'io credo che bisognerebbe sensibilizzare fin da bambini alla donazione di sangue e organi.
Brave, Jene, un post importante.
Un abbraccio.
Antonella