lunedì 21 maggio 2012

ADDIO MELISSA

Stavolta abbiamo deciso di non dire una parola, ma di lasciar parlare questo articolo e di unirci al silenzio pieno di dolore, rabbia e indignazione di tutti gli italiani che piangono Melissa Bassi.


Si chiama Melissa Bassi la giovanissima studentessa dell'istituto Morvillo Falcone che oggi è deceduta a seguito dell'attentato a Brindisi. Sedici anni, originaria di Mesagne, è stata feritanell'esplosione ed è morta dopo il ricovero in ospedale.

Il dolore su Facebook. «Eri un angelo», «Infami, guardate la vita che avete strappato». sono alcune frasi apparse su Facebook, dolore e rabbia da parte degli amici della giovane. #fermaretutto è l'hashtag apparso invece sulla piattaforma Twitter, un modo per chiedere alle istituzioni di fermare tutto e riflettere sulla morte tragica della ragazza. Per il popolo della rete oggi è «l'angelo volato via», la «piccola stellina che oggi brilla in cielo», a cui internet chiede «scusa». La rete piange quel «viso dolcissimo», «acqua e sapone».

Per tutti Melissa è la «bambina uccisa da vermi», una «vita stroncata dalle bestie» o, come ha postato un utente americano, «killed by mafia». Tanti i commenti anche su Twitter, anche per sollecitare presidi e fiaccolate in tutta Italia. Melissa sul web diventa la sorella di tutti, la fidanzatina di tutti. Ma soprattutto la figlia di tutte le mamme della rete: «Mio figlio oggi mi ha vista piangere - scrive Bismamma su Facebook - e non ho avuto il coraggio di spiegargli perchè»

Una famiglia distrutta. Era figlia unica Melissa. Il papà è un operaio, fa il piastrellista, e la mamma è una casalinga. «Era figlia unica - racconta il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, dopo aver incontrato i genitori - e ovviamente era una ragazza molto amata e coccolata, era la gioia di questi genitori che vivevano per lei». «Il papà e la mamma della ragazza sono tornati a Mesagne dopo essere stati nell'obitorio dell'ospedale di Brindisi e ora - racconta il sindaco - sono nella loro casa, distrutti dal dolore. Quando li ho incontrati non sono riuscito purtroppo a trovare parole di conforto».
(Il Messaggero)


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