La lotta all’evasione fiscale
passa anche da telefoni e cellulari: non solo, infatti, spesometro e
redditometro per controllare le spese degli italiani e la congruenza con i loro
redditi ma arriva ora anche un’altra novità.
Entreranno, infatti, nelle mani
del Fisco tutte le informazioni e i dati sulle utenze telefoniche domestiche.
In pratica, gli operatori dovranno comunicare non solo i contratti con la
clientela business, cioè imprese e professionisti, ma anche quelli con i
privati cittadini entro il prossimo primo ottobre.
E nel mirino del fisco finiscono
anche i cellulari: finiranno infatti sotto la lente di ingrandimento del fisco
anche le spese della telefonia mobile. Il numero di utenze registrate sarà un
altro tassello per ricostruire il tenore di vita del contribuente e consentire
al fisco di individuare chi dichiara molto meno di quanto effettivamente
spende. Ma sul provvedimento è arrivato il parere contrario del Garante della
privacy, Francesco Pizzetti.
Dovrà, invece, essere effettuata
entro il prossimo 30 aprile la comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini
Iva relative all'anno 2011 attraverso il software di trasmissione reso
disponibile gratuitamente dall'Agenzia. Entro il 30 aprile, dunque, i
commercianti al dettaglio dovranno comunicare per la prima volta i dati degli
acquirenti per tutte le vendite superiori ai 3.600 euro effettuate nel secondo
semestre 2011. I dati serviranno a controllare chi dichiara molto meno
dell'effettivo tenore di vita.
Il nuovo spesometro permetterà
al fisco controllare gli acquisti dei contribuenti italiani per scovare chi
dichiara molto meno di ciò che effettivamente percepisce. Stesso principio del
redditometro che mettendo sotto controllo ben 100 voci ‘passerà in rassegna’ ogni
tipo di spesa effettuata dal contribuente cercando di stabilire poi se tra lo
stile di vita dello stesso e il reddito percepito vi sia congruenza o meno. In
questo caso scatterebbe l’accertamento fiscale.
Monti e la sua giunta hanno superato la soglia dell’illegalità, ci
sguazzano allegramente dentro. Non solo hanno messo le mani nelle tasche degli
italiani, ma ora le mettono anche sui conti correnti, sui cellulari, su
internet e su tutto quello che il Fisco ritiene di dover controllare; ma non è
finita qui: se effettuate una spesa qualsiasi superiore a 3600 euro, il
venditore comunicherà tutti i vostri dati all’Agenzia delle Entrate, quindi il
venditore diventa un delatore.
Quello che il Governo non ha detto è che i soliti noti non pagheranno
niente e non verranno neppure controllati, mentre i soliti paperini verranno
massacrati.
E il Garante che fa? Rimane perplesso. Tanto che gliene frega a lui,
non è il suo conto che verrà controllato né i suoi dati che verranno resi
pubblici alla faccia della privacy, Pizzetti è un appartenente alla Sacra Casta
degli Intoccabili.
E se cominciassimo a fare noi le pulci alla Casta?
Detto
fatto: 144 mila euro lordi di stipendio, 152 mila di rimborsi: circa 300 mila
euro l’anno di costo (che ovviamente paghiamo noi) per Monti senatore a vita.
Pensate che gli altri della giunta prendono più o meno la stessa cifra,
moltiplicatela per tutti gli stronzi che stanno a Roma e avrete di un’idea di
quanto CI COSTANO questi PARASSITI.
Ci crediamo che i nostri politicanti si annoiano col posto fisso e si definiscono fortunati perchè prendono più di 500 euro al mese.
Personalmente vi auguriamo che i soldi che ci rubate li spendiate tutti in medicine.
l'immagine dice tutto anche da sola. Monti sta sbagliando tutto, bisogna che qualcuno glielo faccia capire e subito.
RispondiElimina