Triste a dirsi, ma il Governo ha deciso di non partecipare alla cerimonia per la commemorazione della Strage di Bologna, avvenuta 31 anni fa.
Di fronte al ricordo delle vittime dell'Italicus e del 904, vittime che tuttora non hanno ottenuto giustizia, i messaggi di Napolitano, Amato, Schifano e Fini da Roma diventano inutili.
La città a cavallo fra l'Emilia e la Romagna si indigna ma a nulla valgono le sue proteste: nessun esponente del Governo, nessuno dei miseri politicanti che si fregiano di titoli altisonanti si è mosso dalla poltrona di velluto rosso. E intanto in Piazzale Medaglie d'Oro, mentre noi Jene stiamo scrivendo, migliaia di cittadini di tutta Italia manifestano in silenzio ricordando le vittime di tutte le stragi, anche quelle più attuali di Madrid, Londra, New York e Oslo.
Sono eloquenti le parole di Paolo Bolognesi verso il comportamento del Governo: "Strategia del silenzio, volontà di dimenticare. Sarebbe indice della volontà di far cadere ogni complicità istituzionale e di far affermare la democrazia", così come il discorso del sindaco bolognese Virginio Merola: "Dispiace, colpisce il comportamento del governo. Si possono anche non avere risposte nuove, ma non si può mancare di rispetto ai famigliari e alla città. Si deve avere il coraggio delle proprie responsabilità, che il prefetto ha qui saputo rappresentare. E' non aver l'intelligenza del cuore non vedere come questo giorno sia sentito".
Noi Jene siamo vicine a tutte le famiglie delle vittime innocenti di queste stragi senza senso e da parte nostra biasimiamo questo Governo buffone che preferisce dimenticare quello che non gli fa comodo e proseguire nei propri interessi.
Lasciamo, sperando di scuotere qualche coscienza, le parole di Roberto Roversi:
"I treni ridevano, cantavano, erano felici. All'improvviso il treno si è fermato. Stesi per terra uomini donne bambini mentre il sangue cadeva dal cielo. Le novole erano rosse di sangue, nere di fumo"
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