venerdì 25 marzo 2011

La minaccia inesistente

Domani a Roma scende in piazza il popolo anti-nucleare, una manifestazione organizzata dal comitato "Vota sì per fermare il nucleare", e dove sono attesi 150 pullman da tutt'Italia. "Migliaia di persone che - sottolineano gli organizzatori - rispondendo all'appello del Comitato 'Vota Sì per fermare il nucleare', parteciperanno alla manifestazione",  Il popolo anti-nucleare - attivisti, famiglie, imprenditori e lavoratori del settore delle rinnovabili, comuni cittadini che non vogliono seguire il governo nell'avventura atomica - sfilerà per le vie della capitale "per dire che questa fonte di energia è anti-economica, non risolverà la dipendenza energetica dell'Italia dall'estero e regalerà al Paese tonnellate di scorie radioattive", spiega il Comitato, a cui aderiscono oltre 60 associazioni. "E' una tecnologia in mano a poche potenti lobby e soprattutto non è sicuro. Fukushima lo ha dimostrato una volta ancora" (da http://notizie.virgilio.it)


Il popolo antinucleare crea ancora una volta minacce inesistenti. Si è dimenticato di spiegare che la centrale nucleare di Fukushima ha spento (come programmato dal sistema di sicurezza) i suoi reattori non appena il sisma è cominciato e che la nube radioattiva, dopo aver attraversato il Pacifico, ha raggiunto gli USA senza creare nessun pericolo e addirittura in Europa non è stata nemmeno rilevata.
Il settore delle rinnovabili in un paese come l'Italia non è la strada migliore da seguire, non ci sono risorse sufficienti per fornire energia al paese e i costi per le famiglie sono insostenibili.
Inoltre il popolo antinucleare ha dimenticato che in molte regioni il vento non soffia a velocità sufficiente per poter impiantare centrali eoliche e che nel sud Italia le risorse idriche non bastano per la creazione di centrali idroelettriche. 
Inoltre le moderne centrali nucleari di classe tre e quattro sono state concepite in modo da essere a rischio zero e le nuove barre d'uranio non sono più quelle della vecchia Chernobyl.
Sì, per un paese come il nostro costretto a comprare energia da altri stati il nucleare potrebbe essere quel salto di qualità che ci consentirebbe di pagare bollette meno care e produrre un'energia pulita e sicura, ma il nostro governo con la moratoria di dodici mesi ha scelto di ascoltare i timori infondati del popolo antinucleare costringendoci ancora una volta a pagare altri paesi per avere l'energia necessaria per vivere.
Noi Jene non abbiamo parole, speravamo in un salto di qualità e in un cambiamento decisivo, non in una campagna antinucleare che sfrutta una tragedia come quella del Giappone per rimandare un Referendum che prima o poi sarà inevitabile.
E mentre chiediamo ai nostri lettori cosa ne pensano sulla questione nucleare continuiamo a porgerci una domanda: ma il popolo antinucleare pensa ogni tanto alle migliaia di vittime della catastrofe in Giappone o è troppo impegnata a sfilare in piazza per fermarsi e riflettere?








Alcune immagini della catastrofe avvenuta in Giappone

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